Il cognome della mia famiglia, Omizzolo, nasce da un soprannome.
Non si sa se questa menda si sia formata a Foza o altrove. La prima volta, infatti, che nelle convicinie di Foza spunta un Omizzolo è nel 1568 e si chiama Gianese Omizzolo (A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincato, 3 febbraio 1568). È figlio di Antonio Omizzolo e fratello di Vittore (il che potrebbe farci pensare che la famiglia provenga dal feltrino!) e abita in contrà di Gavelle (A.S.Vi., Atto Not. Pietro Maino, 5 giugno 1572; 24 agosto, 2 ottobre 1575; 19 agosto 1576). I due fratelli sono rappresentanti di contrada e ciò fa supporre che la loro permanenza a Foza dati almeno da qualche decennio… A Foza hanno dei nemici mortali, i Contri. Un giorno del 1577 Gianese fu Antonio Omizzolo ne ammazzerà uno, un certo Pietro fu Baldassare Contri, fratello di Paolo, con cui dovrà poi far pace « amore Dei et eius passionis» (A.S.Vi., Atto Not. Pietro Maino, 29 giugno 1577). Comunque, la macchia dell’omicidio non gli vieterà di continuare a servire la comunità di Gavelle e rappresentarla ancora, in comune e nelle convicinie, per diversi anni (A.S.Vi., Atto Not. Pietro Maino, 26 ottobre 1579; 8 gennaio, 21 giugno 1580), sino a che non sarà sostituito nelle sue cariche e funzioni dal fratello Vittore (A.S.Vi., Atto Not. Gianesino Fincati, 1 settembre 1585; 14 settembre 1586).
Verso gli inizi del secolo seguente, ser Vittore Omizzolo compare nelle pubbliche convicinie del comune accompagnato dal figlio Vincenzo (A.S.Vi., Atto Not. Antonio Fincati, 14 aprile 1602) il quale, dopo esser stato eletto, almeno una volta, a sindaco di Gavelle, sotto il decanato di Zuan Antonio Lunardi, nel 1602 (A.S.Vi., Atto Not. Antonio Fincati, 9 giugno 1602), non appare più fra gli amministratori del comune, ne si sa la causa del suo ritiro… . Nel secondo decennio del Seicento, gli Omizzolo tornano in scena, col nuovo ramo familiare di Giacomo. Alla sua morte nel 1626 i figli Bortolo, Antonio, Gianese, Vittore e Vincenzo si spartiscono i beni di famiglia, sparsi un po’ dappertutto: dalla contrà di Gavelle a quelle dell’Ornental, del Chesertal e sino alle Laite, lungo la strada per Valstagna, in località Rasta (Repossa) (A.S.Vi., Atto Not. Antonio Fincati, 24 settembre 1626). Un loro parente, Zuanne Omizzolo, in punto di morte beneficherà la chiesa parrocchiale acquistandole la pala del Rosario e facendole altri lasciti e donazioni, a carico, si capisce, degli eredi, che saranno tenuti a rispettarli, sino al giorno dell’affrancazione, nel 1674 (A.S.Vi., Atto Not. Crestan Menegatti, 7 maggio 1636; Atto Not. Marco Lunardi, 29 luglio 1674).
Nel Settecento, il lustro sociale degli Omizzolo sarà ulteriormente garantito dalla presenza in paese di un notaio e di un capodicento (o centurione) della milizia locale, Ferdinando Antonio Omizzolo (1711-1756). A Foza, dalla metà di quel secolo sino alla metà del secolo seguente, essi gestiranno in proprio due contrade: quella dei Bricar (oggi Lazzaretti) a Gavelle e la contrà degli Omizzolo del Pubel (A.S.Vi., Michele Lazzari, Indice dei Protocolli, anni 1755-1806).
Soprannomi: Bricar: è il soprannome originario, rimasto alla loro contrada di partenza, quella attuale dei Lazzaretti. Poi vengono i soprannomi del nostro secolo: Menin, Maestro, Cursor.